Foto di ieri”

 

Stamane stavo cercando in un cassetto di una vecchia credenza di mia nonna, un pacchetto di vecchie cartoline da mostrare a mio nipote. Cara Vecchia Firenze, città maestosa  seppur piccola. Città che sprigionava cultura in ogni angolo. Città orgoglio dei “vecchi”fiorentini! Guardare quelle cartoline mi mette sempre una grande malinconia,rivedo vie tanto care ai miei che ci sono nati,hanno vissuto,operato, in qualche modo anche fatto crescere. Le guardo, le riguardo, senza mai stancarmi. Piccole chicche di una città che non rivedremo più.

 Piazza Della Signoria

Piazzale Michelangelo

La Firenze del Brunelleschi

 

 

Firenze Del Brunelleschi

Santa Croce

Periodo della Seconda Guerra

 

Macerie intorno al Ponte Vecchio
Macerie vicine a Ponte Vecchio
 Le macerie e la statua del Cellini dal Corridoio Vasariano

Corridoio Vasariano le Macerie

 

SS in Piazza Beccaria

Piazza Beccaria

(Notte tra il tre e quattro agosto 1944)

“Alle nove e un quarto circa i tedeschi cominciarono a far esplodere le prime mine.
…Ad uno ad uno crollarono i ponti di Santa Trinita, delle Grazie, della Vittoria, della Carraia ed il ponte di Ferro. L’intera via Guicciardini e tutte le altre strade… vennero fatte saltare con esplosione contemporanea, decine e decine di fabbricati.

…Noi che eravamo a poche decine di metri di distanza vivemmo una notte d’inferno. Il rombo era immenso, lo spostamento d’aria ci gettava in terra allorchè eravamo allo scoperto e faceva schiantare le serrature delle massicce porte nell’interno del palazzo, anche in quei locali che si trovavano nei punti più centrali tale era la forza del risucchio d’aria.
Mille scrosci di vetri infranti, migliaia di mattoni ricadenti accompagnavano con un lungo strascico di boato ogni esplosione e poi gli incendi da ogni strada, dopo ogni scoppio, nasceva un incendio e questo che nessuno poteva nè doveva domare bruciava sotto gli occhi nostri le nostre case e le nostre robe…

 

…In quella intercapedine, si notava e si fecero notare una quantità incredibile di persone acquattate e silenziose che passavano la notte così. Domandai ad alcuni che cosa fosse successo. Con le scale si erano calati dalle case di via Romana dentro il giardino, perchè gli ultimi reparti dell’esercito tedesco (che provenendo dalla via Senese sfilarono per via Romana ed il viale Petrarca, onde arrivare al ponte alla Vittoria, che fu l’ultimo a saltare) sfondavano le porte, entravano nelle case, violavano le donne. Infatti, fatti pochi passi nel silenzio assoluto di tutte quelle persone ammassate accosto al muro, io procedendo in punta di piedi potei benissimo assistere, senza vederle, ad alcune delle scene più barbare che i tedeschi abbiano compiuto a Firenze. Sordi colpi d’ascia battevano contro i portoni delle ultime case di via Romana: la soldataglia si precipitava con rumore di ferraglia per le scale in cerca di bottino e per saziare le sue fami: urla di donne e pianti di bambini si sentivano men fioche, secondo se si affacciavano alle finestre o se erano nell’interno delle case: poi, dopo pochi minuti, anche queste voci cessavano. Gli ultimi stanchi reparti nemici erano sfilati. Risalii verso Palazzo Pitti e a intervalli le vampate e gli scoppi si allontanavano verso la collina fiesolana e quasi albeggiava. Non ero nemmeno giunto al Palazzo che subito altre staffette venivano a dare le voci più disparate ma una, quella ripetuta più volte e alla quale non credevamo potesse corrispondere alla realtà, era che le prime pattuglie inglesi si erano affacciate a porta Romana; non lo potevamo credere poiché il fatto sembrava troppo sollecito, io stesso tornai sul cammino fatto poco prima e giù al cancello di ferro che dà sul piazzale di porta Romana. Fra le sbarre rade potei vedere due motociclisti nel primo grigiore dell’alba che giunsero sulla piazza, fecero un’evoluzione e tornarono subito indietro. Intanto gruppetti di persone erano usciti dalle case, qualche bandiera si era affacciata timidamente alle finestre… Erano le cinque e mezzo quando il primo carro armato canadese giunse sulla piazza.

 

Allora fu tutto un tripudio di gioia: le case si aprirono e le persone si riversarono in folla sulla piazza: le finestre si addobbarono di bandiere. I carri che si susseguirono furono presi d’assalto dalla folla e infiorati: i conducenti furono tratti fuori, abbracciati e subito rifocillati con generosi fiaschi di vino. Sul primo dei carri, dalla torretta spalancata, un ragazzone canadese con baffi biondi alla moschettiera, mi tese un grosso manone inguantato, che io strinsi con effusione, rivolgendogli in francese parole di benvenuto e di rallegramento. Così avvenne il primo contatto che noi avemmo con le truppe alleate…”

 

Brano e immagini tratto da www.zoomedia.it 

 

Anche i miei nonni e mia madre persero quella notte tutto ciò che avevano. Della loro abitazione in Via Por Santa Maria non rimasero che i mille pezzetti di cristallo dei loro splendidi lampadari.

 

L’alluvione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto riprese da 

 

FAN-Florence
ART News
a cura di
Silvia Messeri &
Sandro Pintus

FAN-Florence
ART News
a cura di
Silvia Messeri &
Sandro Pintus

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto di ieri”ultima modifica: 2008-05-26T00:18:00+02:00da cri1950
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