” Togli quella foto “

 

 

 

Stamattina non è stato il suono della sveglia a darmi il buongiorno ma il “bling blong” dei messaggi in arrivo sul mio telefonino. Certamente ho percepito dai rumori che provenivano dalla strada che era mattino ma senza occhiali non riuscivo a leggere l’ora sul display del DVD.La stanza era nel buio più profondo. Dalle tapparelle non un filo di luce. Ho allungato il braccio verso il comodino alla ricerca di quel minuscolo aggeggio. A tasto, per la fatica di accendere la luce ho trovato gli occhiali, il libro, il giornale ma non il cel. Finalmente quando me lo sono trovato nella mano e ho letto” non prima di avere strinto forte gli occhi”( dato che non avevo messo su gli occhiali e sono una talpa) che era del mio “AMORE” <Togli subito dal post quella mia foto con il vestito da prete. Immediatamente grazie un bacio>questo il testo del messaggio. Sul momento non sono riuscita a capire come a quell’ora insolita fosse collegato su internet dato che nella zona dove abita i collegamenti adsl non sono ottimali e il suo pc fino alla sera prima ne era sprovvisto. “Dove sei ? “ ho risposto. < Sono in autobus vado a scuola> “ ma non sei su internet?” < Certo sono collegato dal mio telefonino e ho visto la foto> “ “ Va bene amore mio in mattinata tolgo la foto ma ricorda che stasera io in cambio prenderò spunto da questo tuo messaggio per scrivere di te” < L’importante è che tu tolga quella foto oscena hai capito ziaaaaaaa> Leonardo il mio amore. ‘ E’ il figlio minore di mia sorella Monica. Ho un debole per quel dolce ragazzo. Anche se con tanti anni di distanza siamo entrambi nati d’agosto . Un solo giorno ci separa lui il 19 io il 18. Mia sorella per la verità voleva che il parto avvenisse proprio il giorno del mio compleanno ma le doglie le arrivarono solo a sera inoltrata. Ricordo ancora la voce concitata che dal telefono mi urla < Corri  ho i dolori> Il tempo di prendere mia madre e percorrere tutta la città  e salire verso Pratolino. Non ricordo di avere mai corso tanto su quella strada. Mia mamma sembrava ingessata, silenziosa, vedevo che teneva la punta della scarpa piantata al tappetino.Passando davanti al grande Cimitero di Trespiano la vidi farsi il segno della croce  < Mamma hai paura? Vuoi che rallenti?> “ Tranquilla ho chiesto ai nonni che ci proteggano”I miei nonni i suoi genitori riposano da tanto tempo in quell’immensa distesa di croci che sovrasta la città.E’ un passaggio obbligato per recarsi a Pratolino e per noi è sempre stato un dolore.Ma quella notte il viaggio era verso una nuova vita che stava nascendo. Per evitare . una serie di curve tagliai dall’interno verso il bosco. Non un lampione solo gli abbaglianti della mia auto. Mia madre aveva perso la parola. Quando arrivammo davanti al vialetto che portava all’ingresso della palazzina abitata da mia sorella non ci fu bisogno neanche di entrare. Lei era lì già pronta con la valigia Risalimmo in auto e velocemente ci avviammo verso Borgo San Lorenzo. Avevo le mani incollate al volante, cercavo di andare a una velocità sostenuta ma i gemiti di Monica e il “ rosario continuo di mia madre”mi agitavano e dentro di me chiedevo aiuto a chi ci voleva bene  per aiutaci il quel viaggio interminabile. Quando imboccai la strada dell’ospedale per me fu come un miraggio. Eravamo alla meta incoscienti, sane e salve.Ma conoscendo mia sorella sapevo che eravamo solo all’inizio.La portarono subito in sala visita e nacque il primo problema.” Non voleva entrare da sola” Dopo un po’ di tira e molla mi permisero di accompagnarla.Secondo problema. “ Voleva essere visitata solo dalla sua ostetrica” che non era ancora arrivata. Mia mediazione, convincimento e finalmente prima visita. Ci dissero che era già in travaglio e  venne portata in una cameretta dove anche mia madre ci raggiunse.La calma durò ben poco. Il parto era vicino. Fù portata in sala parto, no fummo portate in sala parto. Era la prima volta che assistevo ad un parto e sinceramente al momento ne avrei fatto anche a meno. Cominciai a parlare con Monica di mille cose, cercando di tenerla il piu’ possibile calma. Ricordo che le chiesi  che effetto le avrebbe fatto se  suo figlio fosse nato “pelato” come il mio. Non fece in tempo a rispondere che l’ostetrica mi fece cenno di accostarmi a lei. < Voleva sapere se suo nipote è pelato? Guardi qui> Che emozione…….ho ancora la pelle d’oca nel ricordare quell’istante. Vidi spuntare una testolina piena di capelli. <E’ un capellone gridai a mia sorella>. L’ostetrica mi prese la mano e mi fece sfiorare mio nipote  ancora quasi tutto nel grembo materno.In quel momento in quell’attimo iniziai ad amare Leonardo.Sono trascorsi  quasi quindici anni da quella notte. Oggi Leo è un adorabile “giovanottino” dolce, buono,generoso,altruista. E’ un raggio di sole che illumina anche la mia vita! Ti voglio bene……….

” Togli quella foto “ultima modifica: 2008-02-24T02:30:00+01:00da cri1950
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