“Un Campione vero “


Da tre storie di alpinismo, raccontate da un alpinista, altrettanti insegnamenti di vita.  Il coinvolgente ritratto di tre personaggi che ci aiutano a combattere i pregiudizi e le barriere mentali, prima ancora delle barriere fisiche.   (Testo e foto di ALBERTO CAMPANILE — P.A. n374 sett. 2003)

Stefano Melani

stefano_melani.jpgQuando cominciammo ad arrampicare, dubitai nella riuscita dell’impresa.  Mi sbagliavo: a Stefano Melani sono state sufficienti cinque ore per salire la Ferrata Olivieri alla Punta Anna, nel gruppo delle Tolane, e scendere al Rifugio Dibona.  Un tempo buono anche per escursionisti allenati, eccezionale per Stefano, un ragazzo affetto sin dalla nascita da paraparesi spastica, con un’invalidità riconosciuta del 55%.  Ha affrontato la scalata con decisione e caparbietà, non ha avuto un attimo d’esitazione, neanche quando la pioggia aveva reso scivolosa la parte finale della parete.  Tra le ferrate, la Olivieri è considerata dagli escursionisti esperti piuttosto impegnativa, perché priva di scalette, anche nei tratti più esposti e verticali, attrezzati quasi esclusivamente con funi metalliche.  Per Stefano ogni ascensione è impegnativa e faticosa, lo scarso controllo dei movimenti e degli arti gli rende complesso e difficile ogni movimento. «A volte braccia e gambe fanno quel che vogliono.  Ad ogni passo devo verificare se il piede può sorreggere il peso del corpo o se la mano è in grado di sorreggermi.  Per affrontare i rischi di una scalata, devo allenarmi molto, ma credo nelle mie possibilità. spiega Stefano.  Con l’esperienza maturata in vent’anni d’alpinismo, ha perfezionato una tecnica assolutamente personale che gli consente di sfruttare al meglio le proprie forze e di economizzare le energie.  Ogni salita per lui è come una maratona solitaria, che deve e vuole portare a termine senza l’aiuto di nessuno.  Durante la scalata della Punta Anna, ha affrontato le difficoltà con grande concentrazione e serenità, senza chiedere aiuto né ad Alfredo Pozza (la guida alpina che lo assicurava), né al padre Franco.  Così è stato per la salita della Ferrata Brigata Tridentina al Pisciad, per la salita al Monte Averau, per la Ferrata Siggioli al Pizzo d’Uccello, per le escursioni invernali, su vie di ghiaccio con pendenze attomo ai 50′.  Stefano, come tutti i disabili, ha dovuto lottare con l’ignoranza di persone poco sensibili e diffidenti nei confronti di chi è più debole o meno fortunato.  Un esempio?  Quando iniziò la scuola elementare solo pochi insegnanti sono stati disposti ad accettarlo in aula, Nonostante le difficoltà è riuscito a diplomarsi alle magistrali e a trovare un’occupazione presso il Comune di Scandicci in provincia di Firenze. «Bisogna imparare a convivere con il proprio handicap, accettarlo con serenità.  Sulla mia pelle ho imparato che non bisogna arrendersi davanti a chi vorrebbe relegarci in un mondo di serie B. La ricerca dell’avventura è uno stimolo anche nella vita di tutti i giorni; è entusiasmante sfidare le difficoltà, lottare per un obiettivo.  La montagna ripaga le fatiche con la gratificazione di aver infranto una barriera. I limiti fisici ci condizionano meno di quelli psicologici; tutti possiamo ottenere di più, basta volerlo ».


Conosco bene Stefano Melani, ragazzo come pochi con un intelligenza,cultura e forza d’animo da essere d’esempio in questo sciocco mondo . Nel mese di dicembre la Regione Toscana ha promosso una giornata dedicata ai ragazzi delle scuole per parlare di “doping”. Molti gli ospiti illustri Mondonico, Ulivieri, Ballerini, Ligas, l’assessore allo sport Gianni Salvadori e vari presidenti e professori di istituti toscani. Fra tutti spiccava un nome, Stefano Melani, che nonostante il grave Handicap motorio che convive con lui riesce a lavorare. giocare con la squadra del Comune di Sandicci , percorrere chilometri alla ricerca  di funghi e scalare vette importanti. Quella mattina nella sala del “Museo del Calcio”di Firenze sul grande schermo bianco sono scorse le immagini di questo straordinario sportivo che solo con la sua forza di volontà è riuscito a issare la sua “bandiera” in vetta alla Marmolada.

Duecento cinquanta ragazzi con i grandi dello sport  hanno con le lacrime agli occhi applaudito questo campione che più di ogni altro ha dimostrato che le vittorie più belle sono quelle fatte con la forza e con il cuore……………forza Stefano……sei GRANDE!!!!!!!!

“Un Campione vero “ultima modifica: 2008-01-28T19:19:00+01:00da cri1950
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