“Uda”

Era abitato da una piccola famiglia padre,madre e la loro primogenita quel delizioso villino stile liberty a due passi dal lungomare del Lido.  La facciata colorata di un rosa pastello,  gli archi circondavano il patio da dove scendevano lunghe ciocche di glicine che con il loro profumo odoravano le stanze . I mobili erano stati disegnati dalla giovane mamma che aveva reso ogni stanza un piccolo gioiello. Una giovane ragazza di ventidue anni, elegante raffinata, avrebbe potuto fare l’attrice ma l’epoca e la rigidità dei genitori infranse il sogno sul nascere.Lui un uomo colto ,raffinato nei modi, non bello ma piaceva. La sua era una famiglia borghese mezza lombarda e l’altra metà toscana, il padre possedeva molti terreni nella zona oltre ad avere una direzione scolastica a Milano. La madre una Marchesa lombarda. Era arrivato alla soglia dei quarant’anni svolazzando di fiore in fiore finchè non incontrò lei e in poco tempo si sposarono andando a vivere proprio in quel delizioso gioiello a due passi dal mare. Monica da diversi anni aveva un delizioso maltese che con il matrimonio seguì la padroncina. Era un piccolo batuffolo bianco ma con un carattere non molto docile, era stato viziato come un bambino e la convivenza con il  nuovo padrone non era ben accetta. I problemi arrivarono con la nascita di Cristiana . Fin quando la loro primogenita rimase in culla tutto procedette bene ma ai primi “gattonamenti” della piccola il cane mostrò la sua ritrosità verso quella intrusa che lo trattava come un cane di pezza. Monica era presa fra due fuochi , la paura che il maltese reagisse alle “molestie” della figlia e il dolore per doverlo portare in città dai suoi. Suo marito una sera tornando dal lavoro riuscì a risolvere il problema. Alla porta del giardino quel giorno con lui entrò un nuovo ospite, no una nuova ospite Uda. Uda era una piccola cucciolotta non proprio pura di pastore tedesco, era stata abbandonata sul lungomare e un albergatore del luogo l’aveva portata con se fin quando  il papà di Cristiana pensò che quel fagottino di pelo fosse il giusto compagno per la sua piccola. Uda non aveva avuto certo la fortuna di quel maltese snob, fin da piccola aveva sentito i morsi della fame e del freddo e il ritrovarsi in calde stanze con lauti pasti la portarono a essere grata a questi umani di tanto benessere. La piccola e Uda erano oramai un unica cosa, correvano insieme sull’ arenile giocando a rimpiattino, si rotolavano sulla sabbia facendo insieme il bagno ai primi caldi di inizio estate .Da anni erano amici per la pelle e lo sarebbero rimasti per lungo tempo ancora se il destino non avesse portato Cristiana e i suoi genitori a vivere in città in una casa senza giardino. Suo padre cercò di farle capire che la vita in città per Uda non sarebbe stata a lei idonea. Aveva bisogno di spazi dove correre e solo in campagna dal nonno poteva stare bene e ritrovarla a ogni fine settimana. Cristiana si appellò anche a sua mamma dato che  il piccolo maltese da anni era morto e lei in città aveva vissuto con il cane in un appartamento. Ma le suppliche furono inutili la stazza di Uda non era paragonabile a quel piccolo mostriciattolo nano. Uda fu portata in paese in casa dei suoi nonni, ebbe la fortuna di trovare calore come lo aveva avuto fino a quel giorno. Con il nonno di Cristiana fu  subito amore sempre ubbidiente lo accompagnava nelle lunghe passeggiate.Al bar entrava anche lei e si sdraiava sotto la sedia aspettando la fine della partita di briscola.  Ma la cosa più straordinaria era l’entrata in chiesa alla messa della cinque. L’anziano si sedeva nell’ultima panca e accanto lunga distesa si metteva lei quel dolce cane dagli occhi tristi. Uda invecchiò serenamente  accanto al nonno ma anche lui  giunto alla veneranda età …….novantadue anni  piano piano si spense. Uda era una fedele lo era sempre stata e dopo pochi giorni la trovarono addormentata per sempre vicino al caminetto dove la sera con il nonno si riposava dalle lunghe camminate.

“Uda”ultima modifica: 2008-01-30T17:06:00+01:00da cri1950
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