http://www.cesaremarretti.com/
Se c’è qualcosa che unisce la genialità toscana nell’arte, nella moda, nello spettacolo o nell’enogastronomia, quella cosa è l’eclettismo. Eclettismo dei grandi maestri del Rinascimento che oggi ritroviamo anche sulla tavola, nella mente e nelle mani di un grande chef: Cesare Marretti. E, badate bene, non si diventa maestri dell’enogastronomia solo perchè si ha un bel viso, parlantina e si va in tv. Quello che più mi ha colpito di Cesare è il fatto che trasmette curiosità innata, voglia di sperimentare, universalità. Il cibo non è solo qualcosa che si mangia. Perchè il cibo smuove tutti i sensi: si annusa, si respira, si sogna, si guarda, si osserva, ci si nutre. E’ universalità pura. E Cesare Marretti, quell’universalità vibrante e repentina ce l’ha dentro. La si ravvisa nel colore delle ceramiche che dipinge e che accolgono come un grembo materno le pietanze da lui cucinate. Il cibo è arte, è poesia, è musica. Cibo dissacrante, puro come l’acqua, pregiato come un rosso del Chianti, divino come chi dà valore alle cose. Cesare Marretti è uno che dà valore alle cose. E la semplicità di un piatto diventa straordinarietà assoluta. “Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole” – diceva Picasso. Cesare Marretti è questo. Grazie Genio…
Cristina
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