Nella notte tra il 3 e il 4 novembre del 1966, Firenze fu colpita da una devastante alluvione, causata dallo straripamento dell’Arno dovuta da una lunga serie di piogge nei giorni precedenti. Molti quartieri della città, compreso il centro storico, furono allagati, l’acqua superò in alcune zone i cinque metri.
Dal tardo pomeriggio di giovedì 3 novembre, la situazione cominciò a peggiorare le piogge sempre più intense e l’Arno continuava a crescere e in contemporanea i primi torrenti iniziarono a straripare.
A tarda sera , la situazione iniziò a peggiorare velocemente in città cominciarono ad allagarsi cantine e garage, e alcune strade. Le autorità si trovarono in grossa difficoltà, inoltre il buio complicò il tutto. Il Parco delle Cascine, fu prima “vittima ” di questo tragico evento. . Verso le prime ore notturne, diverse linee fognarie esplosero per la troppa pressione, e il fiume dopo aver inondato alcune frazioni a est di Firenze, iniziò a inondare il centro storico, e poi dall’altra parte del fiume, in tutto l’Oltrarno.
All’alba del 4 , le zone allagate di Firenze erano tantissime, con una situazione grave anche nei comuni intorno alla città, da Scandicci, Lastra a Signa, San Mauro a Signa, Campi Bisenzio e Montelupo Fiorentino.
Gli argini iniziarono a cedere, e l’acqua cominciò a scorrere con forza e vigore verso il centro storico della città. A metà mattinata l’acqua arrivò in piazza Duomo, mentre in altre zone il livello dell’acqua per le strade raggiungeva già i tre metri di altezza.
L’acqua esondata invase anche i Musei, le biblioteche antiche e le chiese della città, causando gravissimi danni alle opere d’arte ed al patrimonio storico. Nei giorni successivi dell’ alluvione arrivò la solidarietà . Firenze fu “invasa” da giovani di tutto il mondo, in modo volontario, per spalare via il fango dalle case e delle cantine, ed aiutare nel difficilissimo lavoro di recupero dei manoscritti della Biblioteca nazionale e delle opere d’arte degli Uffizi. Questi giovani furono ribattezzati “gli angeli del fango”
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