“Fiorentini..Custoditelo gelosamente e insegnatelo a figli e nipoti perché non si estingua…”

 

Era da tempo che volevio fare un post così e girando su internet alla ricerca delle parole oramai scordate dai fiorentini mi sono imbattuta in questo blog http://fabiofirenze.blogspot.com/ 

Non avendo modo di contattare l’autore( blog inattivo dal 2008) spero che sia lieto se lo ripropongo..citando ciò che a scritto ai posteri…

 

Custoditelo gelosamente e insegnatelo a figli e nipoti perché non si estingua…

 PS grazie per questa eccellente pagina sconosciuto Fabiofirenze!!!

 

ABBOLLORE

Di qualcosa estremamente calda. “La minestra è abbollore!” (da bollore)

 

A UFO

A sbafo. Dalla sigla A.U.F. (ad usum fabricae), posta sui materiali destinati alla costruzione del Duomo di S. MAria del Fiore, esenti da 

ogni dazio e gabella

 

AZZANELLA

Parte della carreggiata esterna all’asfaltatura, spesso dissestata.

 

CHIORBA

Testa. “Che chiorba dura t’hai!”

 

PEZZOLA

Fazzoletto, spec. di grandi dimensioni.

 

TATTAMEO

Di persona stupidotta, bischera.

 

TOCCO

L’una, le tredici, riferito all’ora: “Che ora è?” “E’ il tocco e un quarto!”

 

TU’ NE TOCCHI!

Letteralmente, ti picchio, usato in maggioranza dai genitori verso i figli capricciosi.

 

VOLERCI LE BINDE

Con grande sforzo e tempo. Da binda, argano [dall’alto tedesco antico ‘winde’, argano]

 

ARRIVARE DOPO I FOCHI DI SAN GIOVANNI

A Firenze, a giugno, si festeggia la festa del santo patrono (San Giovanni Battista). Questa festa comprendeva tornei, un palio di

cavalli (ricordato da Dante e Boccaccio),una fiera. Alla fine c´erano i fuochi sui quali si facevano saltare uomini e bestie in base alla tradizione

della benedizione `per ignem´. Arrivare a fuochi spenti significa arrivare a cose fatte.

 

CHE S’HA A’ IRE?

Letteralmente: andiamo via?

 

BISCHERO

Persona poco acculturata e poco furba, che assume atteggiamenti chiaramente poco convenevoli e poco convenienti.

L’origine di questo termine non è chiaro, anche se l’ambiente è chiaramente quello Toscano, da Firenze fino alla maremma.

Per qualcuno deriva dall’organo genitale maschile, per altri dal cognome d’una antica famiglia fiorentina celebre per gli investimenti finanziari

sbagliati, per altri ancora dalla chiave che regola gli strumenti a corda, per finire con il bischero di padule, che è quell’arbusto che

cresce sulle sponde delle paludi, o dei fossi d’acqua ferma, che avendo il peso sulla sua estremità, è sempre in continuo ondeggiamento, per cui 

ogni piccola ventata lo muove, come il bischero che si lascia convincere dal primo venuto, senza valutare “con la zucca” sulle spalle.

Quindi, anche se usato in maniera scherzosa ed abbastanza> colloquiale, significa stupidotto, sempliciotto, quando non significhi 

qualcosa di peggio: dipende quindi anche dal tono di voce che viene usato, e dal contesto in cui viene detto.

Dall’aggettivo personale, deriva anche l’aggettivo più relativo ad unasituazione o ad un contesto: quando si commette una bischerata, significa

che si è fatto un qualcosa senza pensarci troppo su, ed il risultato è stato chiaramente fallimentare, come del resto sarebbe stato

lecito attendersi, se solo ci avessimo pensato un poco prima di agire!

 

AVERE LE CHEHE

O anche le Idee, significa assumere un comportamento da cui traspare con evidenza o un certo stimolo sessuale, oppure una lieve insanezza temporanea che porta a fare discorsi poco sensati.

 

EH! SE FOSSI NE’ MI’ CENCI…!

Richiamo di colui che parla alle proprie condizioni di gioventù.

 

GANZO

Aggettivo che indica, con una certa ammirazione, qualcosa che è capace di stupire. Indica però anche l´amante della moglie o del marito.

 

GINGILLONE

Colui che è lento nel fare le cose, che magari ne inizia molte e non ne conclude una.

 

GORA

Traccia salina che viene lasciata dal sudore estivo o primaverile sotto le ascelle delle camicie.

 

BONA UGO!

Buonanotte…

 

TUMM’HAI BELLE DIVERTITO!

Mi hai gia’ stufato.

 

PETTATA

Dicesi di pendio molto ripido e difficoltoso.

Esempio:

– Manca ancora molto per arrivare in cima?

– Sì, bada che pettata c’è da fare ancora!!!

 

PUNTO

Non è punto la macchina Fiat, ovvero, non è per nulla la macchina Fiat. Punto è proprio un avverbio di negazione assoluta, che sta a

significare che di quella cosa, non ce ne sta proprio neanche una piccolissima parte. C´ hai del pane? Non ce n´ho proprio punto! A si? 

Non va punto bene!

 

DIACERE

Dormire. Es.:” A ì’ tocco si va a desinare e dopo si va a diacere a letto “.

 

O COME TU TI SEI CONCIATO?

Sei vestito male

 

GIUEEEEE!!!

Esclamazione di stupore

 

S’ ANDA’ BENE DI PERRIDERE…!

Frase usata in maniera ironica quando le cose non vanno per il verso giusto. Es.: ” M’hanno fatto la multa anche stamattina… eh s’anda’

bene di perridere…! “

 

FAVA

Organo genitale maschile, lo si puo’ usare per sostituire “bischero”. Es.: ” tussei proprio una fava! “

 

ESSERE O ANDARE IN CIAMPANELLE

Stare male… “non essere nei propri cenci”

 

FARE COME IL MOSCONDORO, CHE GIRA GIRA CASCA SEMPRE NELLA MERDA

Quando un gruppo o una persona non si decide per un posto, un ristorante, una spiaggia e rischia di finire in un postaccio

 

ESSERE PIU’ SUDICIO DEL COCO LANDINO

Evidentemente uno chef lercio

 

ESSERE PIU’ DURO DEI SAMMORESI

Si dice perchè gli abitanti di San Mauro a Signa hanno fama di zucconi

 

PERETOLA (O SESTO), BROZZI E CAMPI E’ LA PEGGIO GENIA CHE CRISTO STAMPI

Questi paesi avevano un tempo una sgradevole fama (Malaparte scrive che i pratesi avevano paura a passare per Campi di notte)

 

BURRASCHE E PUTTANE LE VENGAN DI PISTOIA

Le nubi nere vengono sempre da ovest…

 

FARE COME IL LICA, CHE LO METTEVA NEL CULO ALLA MOGLIE PER SERBARLE LA FICA

Quando il gioco non vale la candela…

 

LEATI DA’TRE PASSI

Modo elegante per mandare al diavolo qualcuno

 

MEGLIO UN MORTO IN CASA CHE UN PISANO DI FIANCO ALL’USCIO!

Non ha bisogno di spiegazioni…

 

SENZA LILLERI, UN SI LALLERA

Senza quattrini non si fa nulla

 

COSA C’ENTRA IL CULO CON LE QUARANTORE?

L´origine di questo modo di dire fiorentino è attribuita ad un incidente avvenuto in una chiesa fiorentina, durante l´esposizione solenne

del Santissimo Sacramento, pratica conosciuta col nome di “Quarantore”.

Nella chiesa gremita di fedeli sembra che una donna, avvenente e formosa, si sentisse tocare affettuosamente da uno che le stava dietro.

le sue rimostranze, il colpevole cercò di spiegarle più con i gesti che con le parole che l´aveva fatto senza malizia, a causa del

pigia-pigia: “Sono le Quarantore!”, bisbigliò candidamente.

Al che l´onesta popolana ribattè indignata ed a voce concitata:

“Cosa c´entra il c…. con le Quarantore”. E dal suo punto di vista, non aveva torto!

 

DARE LE PASTE

Stravincere, stracciare gli altri concorrenti con tanto anticipo da avere il

tempo di cuocere una pastasciutta.

 

DARE DI BARTA

Ribaltare, capovolgersi.

 

FARE FORCA

Saltare la scuola.

 

COME BERE UN OVO

Facilmente.

 

AVERE LA BOTTEGA APERTA

Eufemismo per “avere i pantaloni sbottonati davanti”. “Tu hai la bottega aperta” dice uno, “bah” fa l’altro, abbottonandosi senza fretta “tanto ì

padrone gli è un bischero”.

 

ALLAMPANATO

Di persona magrissima: “Secco allampanato”

 

BRINDELLONE

Persona molto sciatta o trasandato. Oppure, scherzoso, giovanottone non aitante nè ben messo (usato per lo più in questo senso)

 

CIGNATA

Letteralmente, colpo inferto con una cigna(cinghia,cintura), usato però anche per indicare un forte colpo inferto in generale.

 

DESINARE

sing. masch. Il pasto principale della giornata, di solito a mezzogiorno. “Dopo desinare” ossia, dopo pranzo.

 

TAMBURLANO

Simbolo di oggetto ingombrante e antiestetico. Usato anche per “Mi hai fatto una testa come un tamburlano”, mi hai rintronato con le chiacchere o col frastuono.

 

DARE I’ PANE A FETTE

Fare male,picchiare… “E te lo do io i’ pane a fette!!!”

 

AVER BEUTO L’ACQUA A I’ PORCELLINO

Essere Fiorentini a tutti gli effetti…

 

CINCI

Pene, per lo piu’ piccolo o di bambino.

 

A CINCI SCIOLTO

A briglia sciolta, senza freni.

 

BUCAIOLO

Antico negoziante delle “buche”. I negozi del mercato di San Lorenzo erano posti al di sotto del livello stradale, di fatto….in “buca”.

All’ora di pranzo passavano i carri con le vivande e chiamavano a raccolta i negozianti al grido: “Bucaioli…c’è le paste!”

 

bona gentaccia!!!!!

“Fiorentini..Custoditelo gelosamente e insegnatelo a figli e nipoti perché non si estingua…”ultima modifica: 2011-09-19T11:26:31+02:00da cri1950
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