“Simona intervista Thomas Leoncini” Tratto da www.intoscana.it

www.thomasleoncini.it

Thomas Leoncini e il “suo” viaggio “Lontano dal mondo”

Ventitrè anni, toscano d’adozione, il giovanissimo poeta e scrittore presenta il suo ultimo libro fatto, come dice lui stesso di “passione, anima e cuore”



di Simona Bellocci

“Lontano dal Mondo” è il titolo dell’ultimo libro di Thomas Leoncini, il giovanissimo scrittore oramai considerato come uno degli scrittori e soprattutto poeti parolieri più promettenti del palcoscenico artistico italiano. Ventitrè anni, giornalista, ha già collaborato con personaggi del mondo dello spettacolo come l’attrice Ornella Muti e i suoi progetti hanno venduto in Italia 170.000 copie. Adesso è impegnato nella promozione di “Lontano dal Mondo”, un viaggio di cuore passione, stomaco e pancia fatto di antiche ferite ma anche di sogni e speranza come ci ha raccontato lui stesso, in un’intervista a tutto tondo. 

E’ già al suo terzo libro, come nasce la sua ultima opera?

“Lontano dal mondo” è stato un viaggio,un tragitto indispensabile che ho dovuto compiere per emozionarmi e cercare di emozionare chi mi legge. Credo che questa volta più che mai il titolo sia in grado di rappresentarmi. Questo scritto nasce dalla voglia di creare qualcosa di diverso, dall’obbligo insito in me di allontanarmi dal monotono e materialista “quadro” quotidiano per costruire un luogo fatto di passione, di anima, di cuore: lontano dal mondo appunto…E dove se no?

Ventitrè anni ed è considerato un talento della poesia e della letteratura italiana, le pesano le aspettative che ci sono su di lei?

Ringrazio per la fiducia, ma in realtà non mi sento un “mostro” o una stella più brillante di altre. Quel che so è che metto tutto me stesso nel mio lavoro e ogni sensazione che scrivo, che racconto è stata veramente parte di me nel profondo. Se ci sono aspettative mi fa piacere, ma non mi condizionano, sono quelle anzi a motivarmi maggiormente. Credo che il difficile sia convincere sé stessi, soprattutto se si è autocritici come il sottoscritto. Una volta “acquistato” il favoritismo del proprio ego si è pronti per cominciare il cammino verso la luce, questo vale per tutti.

Ha lavorato anche per lo staff di Ornella Muti, scrivendo versi per il calendario di due importanti figli d’arte: Naike Rivelli e Diego Armando Maradona, cosa ci può dire di quell’esperienza?

E’ stata un’esperienza molto piacevole ed è stato bello soprattutto essere stato scelto. Molti giovani scrittori si erano candidati per partecipare a quel progetto contro la violenza. Io ho ideato versi per ogni mese del calendario, le foto sono state scattate con molta attenzione e accuratezza e ho vissuto una bellissima collaborazione anche a livello umano con tutto lo staff.

Come è nata la sua passione per la poesia e la letteratura?

Non avrei mai immaginato di divenire un poeta e c’è un motivo:non amavo leggere poesie. Mi facevo anch’io influenzare da uno stereotipo sbagliato tipico della nostra società: ”i poeti sono pallosi, vecchi, rugosi, brutti. La poesia è nicchia per pochi, solo per grandi letterati.” Invece commettevo un errore madornale: la poesia vive dentro ognuno di noi, è parte stessa della nostra vita. Ispirare è vivere, sospirare è poesia. Tantissimi giovani hanno acquistato i miei libri e molti giovani mi scrivono. Questo davvero è ciò che conta e che può segnare un cambiamento rispetto a quest’arte tanto volutamente nascosta da sistemi di potere non troppo realisti, ma clamorosamente stereotipati. La visibilità viene data alla forma e poco alla sostanza. Questo dovrà obbligatoriamente cambiare.

Ligure di nascita, è oramai toscano per adozione. Quanto influiscono i paesaggi di Toscana nell’ispirarla nelle sue composizioni?

Sinceramente non influiscono particolarmente i paesaggi quando scrivo e questo perché lo creo dentro me stesso il luogo in cui poter entrare in contatto assoluto con il mio “io”. Credo di averle afferrate e percepite al buio le ispirazioni più grandi. Aldilà di questo però ammetto di vivere in una regione molto affascinante, credo la più enigmatica d’Italia. E poi dalla Versilia si vedono delle splendide stelle.

Thomas Leoncini è un creativo che scrive di getto o le sue opere nascono da meditazione e razionalità?

Molto spesso partono da meditazione,ma poi vengono “affogate” da onde di inchiostro che in modo impensabile sovrastano la razionalità. Difficilmente riesco a chiudere in una rete senza buchi tutto quello che ho dentro. Per esempio la prima poesia che ho scritto (a sedici anni) è nata di getto e in un modo impensabile: davanti al supermercato, avevo solo uno scontrino e una matita davanti. Così è nata “C’è una cosa”, poi inserita nelle prime pagine di “Fai volare la tua anima”.

Nei suoi libri ha parlato di problemi che colpiscono sempre di più i giovani come la droga, come vede i suoi coetanei e come si sente rispetto al mondo giovanile?

Come spesso sottolineo sono diverso da molti miei coetanei,questo è innegabile.Ho avuto una storia famigliare triste alle spalle,dovevo scegliere se cominciare a camminare da solo oppure restare sdraiato a terra ad aspettare l’arrivo di un aiuto divino. Ho deciso di alzarmi e partire. Purtroppo molti giovani oggi sono tremendamente insicuri e non ne sono consapevoli, temono il giudizio degli altri,si vorrebbero racchiudere in una sfera di cristallo e sentirsi ovattati. Non è però colpa dei giovani,i giovani vorrebbero un cambiamento ve lo assicuro. Sono molti “vecchi” a non permetterlo.

Un libro, il lavoro di giornalista, le sue poesie. Quali sono i nuovi progetti, gli obiettivi futuri, i sogni di Thomas Leoncini?

Di progetti ne ho molti,mentalmente non mi riposo mai,sono alla costante ricerca di nuovo cibo per l’anima.Ora voglio dedicarmi alla promozione di “Lontano dal mondo” perché per fortuna sta andando bene e io ci credo particolarmente in questo progetto. In cantiere ho tanti obiettivi da raggiungere,ma di sogni uno in particolare: continuare ad emozionarmi e regalare emozioni a chi decide di credere in me.

21.11.2008


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