http://linchiostrodelweb.myblog.it/
28/09/2008
La Lettera
Oggi guardo quei quaderni con la doppia riga ed ho invece voglia di passarci la stilografica, in bella calligrafia. Non so se ti ricordi i fogli con la doppia riga, quelli in cui ti permettono di scrivere dalla seconda o terza elementare. Se la memoria non mi inganna mi par di rammentare che sono i primi nei quali inizi a scrivere, rigorosamente in stampatello. La maestra infatti voleva quei quaderni. Solo quando sei bravo e hai imparato a dominare la tua mano, a plasmare i caratteri puoi passare alle righe grandi e larghe. Ma non era questo che volevo dire. Come sempre allargo i pensieri e le parole e perdo di vista il succo delle cose.
Ti dicevo che avevo deciso che non avrei più scritto. E invece sono qua, con una lettera tra le mani. L’ho scritta in nero, come mi ha insegnato la maestra. In bella calligrafia, strusciando la mano sinistra sulla carta cercando di non sporcarla con l’inchiostro fresco. Ho voluto macchiarla di pensieri e di sogni, di passato e di futuro. Ho scelto la carta, come facevo quando avevo vent’anni e non c’erano i computer. L’ho bagnata di lacrime e di parole, l’ho intrisa di ricordi e di racconti, quelli che di solito, nonno, ti facevo sull’autobus quando mi portavi a comprare le bambole da Gian Burrasca, in Via dell’Olivuzzo, ogni volta che tornavi da uno dei tuoi viaggi. Tu mi sorridevi, prendevi le sigarette dalla tasca interna del cappotto e cercavi i fiammiferi nei pantaloni. Non le scatole con centomila cerini ma i fiammiferi, quelli di legno da venti, con la confezione in cartone che si apriva e ci potevi appuntare con la penna i numeri di telefono. Ho scelto una carta che avesse lo stesso odore di legna bruciata che si respira nella tua Camaiore, tra Via di Mezzo e Le Muretta, pura come le tue Apuane che scorgevamo insieme dal Prado, vera come il tuo mare. Quello che guardavi dalla battita avvicinando la mano alla fronte, come fanno i marinai per scansare i raggi del sole e scrutare meglio l’orizzonte.
L’ho scritta appoggiata alla sdraio intrisa di salmastro, con la sabbia fredda di oggi, gettando sguardi fugaci verso le altalene dove mi spingevi in aria fino a toccare il cielo. Ogni spinta sempre più su, con le catene che cigolavano e alle quali mi tenevo salda mentre chiudevo e allargavo le ginocchia per andare sempre più in alto. Ho scelto parole che ti raccontassero di me e di tutto quello che non sai ed ho scritto tanto, così le mie pagine ti faranno compagnia durante il viaggio, in mezzo ai vagoni di treni dimenticati dalla memoria, nelle stazioni delle tue città, negli scompartimenti dove un tempo si poteva fumare. Ho scritto una pagina per ogni fermata, nonno. Milano, Ravenna, Forlì, Bologna, Genova e mano a mano tutte le altre. Ad ogni stazione io ci sarò . E ti farò ciao con la mano lanciandoti un bacio mentre il treno si allontana dalla stazione. Ti aspetterò seduta su ogni panchina, aspetterò il tuo ritorno. Con queste parole in mano, scritte con l’inchiostro nero, avvolta in un montgomery caldo per non sentire il freddo della tua assenza, ti aspetterò davanti ad ogni passaggio a livello, di fronte ad ogni altalena del Lido, passando dal bar di fronte alla chiesa. Immobile.
Guarderò se si apre il portone della tua casa nella piazza, sperando di vederti uscire dopo essere sceso con l’ascensore. Io non ti mai detto addio, nonno. E tu non mi hai mai fatto ciao con la mano prima di sparire dentro a quel treno vuoto. C’era mare e terra che ci divideva e io non ti ho visto. Non ti ho sentito. Non ho scorso le tue mani lunghe tagliare l’aria aperte per salutarmi. Così ripiego questo foglio, in quattro parti, e ci passo con il pollice e l’indice per segnare la riga. Chiudo lo scatolone, di nuovo con il nastro adesivo. Lo metto insieme agli altri, sugli scaffali, come vuole mia madre. Salgo le scale che mi riportano a casa e lascio il mio amore ad aspettare, sotto centimetri di polvere sui quali nessuno soffierà più.
PS. Gentile concessione…..Di mia figlia.
Foto scattata a Lido Di Camaiore nell’agosto del 49 con mio padre, mamma e nonna!
W0WWWWWWWWWW…
l’ho letta tutta d’un fiato e che dire…
Se non wowww???…
Dolce notte Cri…
Un super bacione grandissimoooooo!!
^__^
A domani grande donna!!
p.s. Che farfallina smemorata, complimenti davvero alla tua bellissima Simona…
Bene, se pure lei è Viola, la aggiungerò ai miei preferiti… ; )
Invece a proposito di te: a) non vedo dove sia tutta sta vecchiaia; b) se il cuore vince sempre sei della mia squadra (e ora non parlo di calcio).
Buona settimana!
Mamma e figlia bloggers non mi era mai capitato. E che blogger! Questa lettera è bellissima. Sprizza amore, nostalgia, calore in ogni sua parola… che dire se non “brava”?
Ora vado anche a leggere il suo blog!
Ciao!