” A Piedi nudi nell’amore “

Cuore di mamma, orgogliosa di avere una figlia come la mia Simona…………..

 

 

 

 

I binari del cuore

 

Un messaggio sul cellulare di Ginevra. “Se fossi lì ti abbraccerei”. E’ di Leonardo. Lei lo legge e sente che in quel momento di confusione vorrebbe davvero trovarselo davanti e capire cosa sente. Cammina per il centro imboccando Via dello Studio, qualche metro e gira a destra, entrando in Via del Corso. “Cucciolo” è sempre lì con i suoi bomboloni che scendono da un cilindro trasparente come per magia mentre l’odore della crema calda vicino si confonde con quello delle saponette profumate del negozio attiguo. “Eh no, non sarebbe male se tu fossi qui…..”. risponde, lasciando spazio a tutti quei puntini di sospensione che come sempre dicono tanto e non dicono niente. Ti lasciano semplicemente lì…in sospeso, in quello strano bilico di incertezza su ciò che verrà dopo. “Spero che mi batta il cuore quando lo rivedrò. Spero nell’emozione che ti prende e ti fa sgorgare le lacrime come acqua dalla fonte. Vorrei che la passione prendesse il sopravvento sulle parole. E non so bene cos’altro vorrei”.

Il bip bip sul cellulare di Leonardo, avverte dell’arrivo di un nuovo messaggio. E’ la risposta di Ginevra. La guarda e la sente distante, con quelle tre parole telegrafiche che sanno di risposta buttata già senza pensarci troppo. “Forse sto facendo una cazzata a farle una sorpresa e tornare a Firenze”. Ci riflette su Leonardo mentre è sul treno che da Pisa porta a Firenze. Appena un’ora di volo per arrivare da Londra alla città dalla Torre Pendente. “E’ vero, siamo distanti migliaia di chilometri. Ma solo sessanta di minuti di volo ci hanno diviso davvero. Solo sessanta minuti. E lei non ha mai preso quel cazzo di aereo della Ryan per venire da me”.

“Eravamo davvero così irrecuperabilmente distanti?. Direi di no”. Si  interroga e si risponde da solo Leonardo mentre tiene in mano il cellulare. Ha paura. Che qualcosa possa essere cambiato. Niente segnali di lontananza da parte di Ginevra. A parte quel messaggio appena arrivato. “Forse è di corsa…forse sta lavorando…forse”.

Supposizioni che si inseguono e che si alternano a preoccupazione e speranza. Piccole stille di sudore freddo scendono sulla fronte di Leonardo come goccie di rugiada che svegliano le foglie la mattina. Ma non sono carezze di acqua. Assomigliano più a qualcosa che ti gela addosso e ti comprime i pensieri. E che li schiaccia.

Ginevra cammina verso Borgo la Croce, direzione Cibreo. L’aspettano Luca e Andrea per la colazione. Dopo il messaggio di Leonardo avrebbe voglia di tornare indietro. Si sente un pò in colpa per il quotidiano vedersi con Andrea. Da amici, bisogna sottolinearlo. Ma un’amicizia comunque fin troppo presente nei suoi giorni.

Ginevra cammina verso Borgo la Croce, direzione Cibreo. L’aspettano Luca e Andrea per la colazione. Dopo il messaggio di Leonardo avrebbe voglia di tornare indietro. Si sente un pò in colpa per il quotidiano vedersi con Andrea. Da amici, bisogna sottolinearlo. Ma un’amicizia comunque fin troppo presente nei suoi giorni.

Leonardo afferra di nuovo il cellulare per rompere i suoi momenti di incertezza. Mai come ora ha bisogno di confrontarsi con la voce di Ginevra. Ha bisogno di sentirne il tono. Il numero non c’è bisogno di cercarlo sulla rubrica. Lo sa a memoria. E quella con il suo nome è pure l’ultima chiamata inviata dal cellulare. Non ha sentito nessuno in questi giorni. Neppure Nonna Rita, nè sua madre. Nemmeno Francesco, il suo migliore amico. Solo lei. E poi silenzio. E quella cupa malinconia che non ha voglia di abbandonarlo, come un malevolo presagio che incombe onnipresente nei pensieri. In quelli del giorno e in quelli della notte. Non riesce neppure a lavorare, a prendere in mano la matita e mettere a punto la scenografia per la quale è andato a vivere a Londra. “Galli Bibiena diceva che Covent Garden era il posto giusto dove lavorare. Il posto dove crescono le idee. Invece a me ha devastato l’anima, mi ha appiattito i pensieri. Mi manca il pub del centro di Firenze e la vecchia birra alle due del mattino con quella fava di Francesco che da dietro alla prima americana che si siede al tavolo accanto. Ho voglia della camminata lungo l’Arno e della sosta in San Frediano. Ed ho voglia degli occhi di Ginevra. Di fare l’amore con lei. Voglio solo guardarla e toccarla. Sentirla. Come si fa quando si ascolta la musica, chiudendo gli occhi. Desidero finirle sotto la pelle e appoggiare l’orecchio dove il cuore batte. Svegliarmi e trovarmi i suoi capelli di fronte al naso. E poterla annusare. Gustarla. Amarla”.

“Leonardo”  – risponde Ginevra mentre cammina verso il Cibreo.

“Dove sei?” – chiede lui.

“Sto andando a fare colazione…perchè?”

“E dove di preciso?”.

“Cos’è un interrogatorio? ” – risponde lei sulla difensiva. “Comunque sto andando al Cibreo. Mi aspettano degli amici”.

“Vieni alla stazione….”.

“Alla stazione? Stai scherzando???”.

“Non scherzo biondina… mi vieni a prendere?”.

“Tra quanto arrivi?”.

“Sono a Rifredi. Cinque minuti e ci sono”.

“Avviso i ragazzi e corro da te. Binario?”.

“Quello del cuore”.

“Sì e quello dei sogni” – ribatte lei sarcastica.

“Simpatica davvero…sei entusiasta di vedermi mi par di capire…”.

“Se attacchi ‘sto telefono magari arrivo in tempo e ti abbraccio, scemo!”.

“Ok…”.

“Ciao amore…”.

“Ciao”.

Chiude la telefonata e chiama Andrea.

“Mi dispiace ma non posso esserci per colazione. E’ tornato Leonardo da Londra, mi ha fatto una sorpresa. Corro a prenderlo alla stazione”.

“Non c’è problema Ginevra. Se volete raggiungeteci insieme…a meno che…sì, insomma non vogliate recuperare il tempo perso….”.

“Vedremo..ci sentiamo dopo casomai…”

“Ok ciao piccola”…

Quel “piccola” arriva inaspettato e forse inopportuno all’orecchio di Ginevra. Passa dall’auricolare dritto nel condotto uditivo confondendola un pò. Non le è piaciuto l’appellativo di Andrea nei suo confronti. E’ stato come dire….”Sei mia ormai..ricordatelo”. ” Corre trafelata verso la stazione in cerca della verità, o forse solo di una di quelle conferme che a volte servono nella vita. Come quando vai dal medico e ti fai segnare le analisi del sangue per vedere se tutto è ancora ok. Se tutto è come prima, come l’ultima volta. Se c’è la stessa complicità, il capirsi, il prendersi. Se è tutto ancora a portata di mano, vicino. Ancora da afferrare. Non le è piaciuto Andrea. Per niente. E questo la fa sentire sollevata. Molto sollevata.

“Sei mia? Cazzate caro Andrea. Con me la pubblicità non funziona. E neppure le strategie di comunicazione. Vado a riprendermi il mio amore…là dove l’ho lasciato..sui binari del cuore“.

Tratto da http://apiedinudinellamore.myblog.it

 

” A Piedi nudi nell’amore “ultima modifica: 2008-06-28T17:11:00+02:00da cri1950
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