“Ti ricordi piccola peste?”

 

Fu proprio da questa piazza che una mattina di giugno salimmo su quell’autobus noleggiato da don Franco, Proposto di Santa Maria. Era la prima volta che ci recavamo senza i nostri genitori per più di un giorno lontano da casa. Ma il nostro ” Generale” aveva deciso che non poteva che far bene trascorrere due settimane in montagna insieme ai tanti ragazzi e ragazze della nostra parrocchia. Io  data l’età facevo parte insieme ad altre tre mie coetanee delle assistenti. Betty e Monica furono assegnate al mio gruppo.Dovevamo arrivare a Gavinana dove la chiesa era  propietaria di una grande struttura che ogni anno consentiva ai giovani della Parrocchia di trascorrere in vari turni brevi vacanze sulle montagne pistoiesi.Il piccolo borgo si trova a 800 metri sopra il livello del mare.E in estate è meta di tanti turisti. La residenza la ricordo spaziosa, pulita, le camere con i letti a castello e la grande sala dove lunghi tavoli ci ospitavano per il pranzo e la cena. Quando ci fu assegnata la camera iniziarono i primi problemi. Elisabetta e Monica volevano ambedue rimanere “attaccate” a me. Cosa alquanto difficile vista la sistemazione dei letti. Cercai di accontentare la piccola promettendo che avrei diviso il letto con lei e sistemai sopra di me Betty.Il mio gruppo era composto da dieci bambine, la loro età variava dai sei ai dieci anni.Mia sorella era la mascotte di tutti essendo la più piccola in assoluto.La più piccola ma anche la più agitata e viziata.Don Franco era sempre stato un gran camminatore e fin dal primo giorno mise alla prova le nostre resistenze fisiche.Ci portò a visitare L’Osservatorio astronomico della toscana” a tre chilometri dal paese.Il  percorso fu tutto in salita.Ed io con mia sorella in braccio e l’altra per mano,salendo con il fiato corto verso L’osservatorio pensavo al nostro “generale” che beata e tranquilla si godeva il silenzio di casa.Più di una volta Don Franco cercò di convincere quella peste a camminare con le sue gambe ma senza risultato se non quello di ritardare sempre più l’arrivo alla metà. Le altre assistenti non approvavano “giustamente” tutti i favoritismi che mia sorella riceveva da me e per questo fui richiamata dal parroco che mi chiese di comportarmi con Monica più severamente. La risposta della “peste” non si fece attendere e inizio’a non mangiare più e a …………………..A fare la pipi a letto. Al mattino quando svegliai tutte le bambine mia sorella Betty si avvicinò a me e bisbigliandomi mi disse che Monica aveva bagnato il materasso. Sinceramente sul momento mi trovai in difficoltà per paura delle derisioni dei ragazzini nei suoi confronti.Ma l’aiuto inaspettato mi arrivò dalle piccole del mio gruppo che con ironia e astuzia mi consigliarono di………….< Cristina perchè non diamo una lezione a quelle smorfiose degli altri gruppi? Noi stiamo bene con te, ci fai ridere, giocare, non fai come le altre che sanno solo comandare> Mi sentì sollevata e felice per le loro parole e chiesi cosa avevano pensato per quel materasso che di nascosto dovevamo  in qualche modo lavare.< Lavare? Ma scherzi e poi per stasera non è certo asciutto. Sai cosa facciamo, appena tutte sono scese due di noi con una scusa risaliamo in camera e sostituiamo il materasso con quello di un’altro letto.>Le mie piccole fanciulle riuscirono in quel “gioco di prestigio” eludendo tutti. In quelle due settimane almeno quattro furono i materassi che “velocemente” cambiarono disposizione………….Ripensando oggi a quei giorni mi vergogno un pò di come ho coperto le “coperte bagnate” della mia peste!

“Ti ricordi piccola peste?”ultima modifica: 2008-03-14T01:25:00+01:00da cri1950
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