“La piccola tribù in viaggio”

Ci siamo scendete. Monica suo marito e il piccolo Leo erano arrivati davanti al cancello di casa per prendere a bordo dell’auto anche Simona e Cri rispettivamente nipote e sorella di Mony.Quella piccola tribù aveva deciso di trascorrere due giorni a Roma. Fin da piccole i viaggi delle due sorelle erano sempre stati un modo per divertirsi e ricettacolo di aneddoti. Ale si era fatto convincere da sua moglie dopo mille promesse.1° Guidare tranquillo. Senza  i vari rimproveri per la velocità e i sorpassi. 2° Non fare troppe fermate per bisogni fisiologici o altre cazzate. 3° Tenere basso il volume della radio. In poche parole non rompere al guidatore i vari attributi. Leo a malincuore aveva preso posto accanto al padre ben sapendo che dietro l’allegria era assicurata.La giornata prometteva bene, sole e niente nuvole all’orizzonte. A Monica la musica è sempre piaciuta e non c’è niente e nessuno che non riesca a farla tacere quando intona le varie canzoni che le piacciono di più. E’ un disco “gracchiante” che solo lei non sente.Infatti non erano ancora arrivati al casello di Fi Nord che i poveri timpani già si stavano infiammando.< Monica allora, non siamo ancora fuori città e già mi rompi …………> Le scaramucce fra i due erano solo all’inizio.Per fortuna il traffico quel sabato mattina era quasi assente, i Tir pochi e regolarmente nella loro corsia di marcia. Leo sempre con il volto girato verso quelle tre donne che parlottavano fitto fitto e curioso di captare quello che sua madre stava escogitando per rendere il viaggio del guidatore più allegro visto il suo “annuale abbonamento “al mutismo.<Oh babbo al primo autogrill fermati che mi scappa la pipi e ho fame> ” Siamo ancora lontani, dovevi liberarti prima la vescica, lo sapevi, io l’avevo detto ma nessuno mi ascolta”< Ma io non ho neanche bevuto. E se mi scappa non è colpa mia> ” Che faccio e te lo stampo questo cazzo d’autogril?” Leo prese dal portaoggeti la cartina e cercò di vedere quanti km ancora mancavano all’area di sosta più vicina.< OH babbo e c’è Fabro a meno di 10 km mi raccomando non fare come al tuo solito fermati altrimenti giuro che la faccio in auto> Nei sedili posteriori i volti delle donne cercavano fra smorfie e occhiolini di messaggiare con il ragazzo. ” Ora ho capito siete voi tre là dietro che volete fermarvi e avete trovato lui con la scusa della pipi” Alessandro aveva notato i vari movimenti che le “tre civette” cercavano per comunicare con “l’infante”. Monica conoscendo il carattere del consorte e sapendo che odiava le varie soste aveva cercato nel figlio l’appoggio per sostare e prendere un panino.< Babbo ecco c’è l’indicazione metti la freccia> senza proferir parola l’auto si diresse nella tanto sospirata area di servizio.” Ricordatevi che io poi non mi fermo più fino a Roma, mangiate,bevete,svuotatevi.La prossima fermata e quella dell’albergo capito???>Il tono fece capire che non scherzava quindi si recarono immediatamente verso i bagni.< Mammaaaaaa ma qui è una schifezza, io qui non entro> ” Leo tu sei sempre il solito è mai possibile che trovi sempre problemi, vai in bagno perchè i tu babbo e non ci fa fermare più.” < Vieni a vedere allora se non mi credi> Rimasero tutte allibite di fronte alla sporcizia e l’incuria di quei WC e chiamarono Ale che era rimasto in auto ad aspettare. < Dobbiamo trovare un’altra area di sosta ma che scherzi qui c’è da prendere una malattia.> Il battibecco fra moglie e marito iniziò e non credendo a quello che era stato riportato si avviò per andare a vedere se era così impossibile adempiere ai”bisogni fisiologici”. Rientrato nell’auto dove la tribù si era sistemata Ale riprese il viaggio verso Sud. < Babbo ma ti fermerai spero alla prossima vero???? > ” No o la bevi o la fai nei pantaloni…….Mi avete rotto capito???” In un attimo nei sedili posteriori gli occupanti erano aumentati. Con un “salto di sedile” Leo era fiondato sulle gambe  della zia. < OH Ale non sei contento e tu fai l’autista ,vedi e siamo tutti dietro…> ” Voi vu siete ma tutte grulle, lo sapevo che era meglio se rimanevo a casa> ” Certo bellino lui , lui voleva stare a casa con la mammina e la sorellina e gli amicini a giocare a carte.” < Con te un ci si parla e tu vuoi sempre ragione.> La strada verso la capitale continuò fra i vari battibecchi senza contare la sosta obbligata nell’autogrill poco prima di Roma. Leo iniziò a dire al padre di inserire il navigatore, il padre continuò a non ascoltare Leo. L’auto girava e rigirava in quel dedalo di strade mentre le voci si intrecciavano in quell’abitacolo oramai diventato stretto.Cri prese dalla borsa il cellulare e compose il numero di un amico residente in città. Finalmente con un navigatore “umano ” riuscirono ad arrivare in zona stazione Termini vicino al loro Hotel. L’Hotel Galles era in via Castro Pretorio e una serie di sensi vietati aveva reso quasi impossibile il sospirato arrivo.

Segue………..

 

 

“La piccola tribù in viaggio”ultima modifica: 2008-02-26T16:26:00+01:00da cri1950
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