“La mia grande donna”

 

 

 

Questa dolce ragazza bionda è mia figlia. Il suo sogno fin da piccola era quello di scrivere di poter diventare una brava giornalista e grazie alla sua volontà oggi tutto ciò non e per lei più un sogno.A scuola è sempre stata un’alunna attenta e prescisa. Ha sempre amato scrivere e dipingere riuscendo bene in ambedue e proprio stamattina aprendo un cassetto della libreria mi sono trovata fra le mani il suo primo quaderno d’italiano.

5 OTTOBRE 1981

Torta,bilancia,mele, piatto, farina……..< disegni accanto ad ogni parola> voto BENE

6 OTTOBRE 1981

sedia, divano,quaderno,quadro,lampada,istrice…….< disegni> voto BRAVA

16 NOVEMBRE

Pensierino

“IL banco”

Il banco nella scuola serve per fare i compiti con la mia maestra.

 VOTO BRAVISSIMA

17 NOVEMBRE 1981

Pensierino

“La mia cartella”

La mia cartella è di pelle celestee serve per mettere i quaderni di scuola.

VOTO BRAVA

19 NOVEMBRE 1981

Pensierino

” I giocattoli”

I giocattoli servono per fare divertire i bambini.

VOTO BENE

20 NOVEMBRE 1981

Pensierino

“Il mio giocattolo”

Da quando sono nata ho il mio orso arancione vicino a me.

VOTO BRAVA

23 NOVEMBRE 1981

Pensierino

” Il mio amico preferito”

Il mio amico preferito si chiama Marco Ferrero. Siamo molto amici e ogni martedì io vado a casa sua e Marco ogni giovedì viene da me.

VOTO BRAVISSIMA

 Sono trascorsi quasi  ventisette anni dal suo primo giorno di scuola e anno dopo anno un crescendo per noi genitori di soddisfazioni. Oggi come ieri mi piace leggere tutto ciò che scrive. Ci mette cuore passione come del resto è il suo modo di vivere.

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Sto male Gine, non ce la faccio più…ti prego fammi ridere”.

Anita è solita esordire così appena la sua migliore amica le risponde al cellulare. E’ il suo modo di chiedere aiuto. E Ginevra la accontenta, come sempre. Lacrime che diventano, improvvisamente risate, almeno il più delle volte.

“Stavolta per chi piangi Any?”
“Lo sai che con Massimo ci siamo lasciati”.
“Certo che lo so, ma non mi sembravi più di tanto turbata per questo”.
“Infatti non sto mica male per lui” – conferma Anita. “E’ per un altro. Non ti avevo mai parlato di lui. Mi vergognavo.”

“Lo sai che con me non devi provare vergogna per nessun motivo. Io non giudico le scelte di nessuno, lo sai. E poi ti voglio bene, al massimo posso dirti che ‘tu sei una bischera”.

“E’ fidanzato”.

“Ah”.

“Più che fidanzato, Ginevra”.

“Bene! Ti metti sempre nei casini. Non cambi mai. E dove avresti incontrato il “fortunato” che ti fa soffrire?”.

“Ci siamo conosciuti durante uno dei corsi di aggiornamento professionale. E a dire il vero all’inizio Giacomo non lo tolleravo neppure”.
“E ora ti sei innamorata”. Ginevra ride come una pazza dall’altra parte del telefono.
“Che ti ridi, sto male davvero”.
“Come minimo lo conosci da due giorni” – ribatte Ginevra.
“Ti prego prendimi sul serio. Non servirà che tu mi faccia ridere stavolta. Fammi solo ragionare. Dimmi che sono una stronza, irrispettosa, che tanto non otterrò niente da una storia che è esistita forse solo una sera. Il tempo di un abbraccio sfuggente, di una bocca che ti corre sul collo e poi ti dice che sei quella sbagliata, quella che non ama”.
“ Ti sei risposta da sola Anita”.
“Senti Gine, ma da dove esce fuori tutta ‘sta saggezza? L’hai trovata stamani nel caffellatte?”.
“E’ solo che non voglio vederti stare male, lo sai. Come sai che sono una frana con gli uomini, come potrei darti un consiglio saggio proprio io. Sono troppo romantica e istintiva. Ti direi che se sei sicura di amarlo dovresti lottare con tutte le tue forze per stare con lui. Ma non sarebbe il consiglio giusto, quindi sto zitta”.

“Gine, ma questo cazzo di amore esiste? Un giorno lo troverò anche io o dovrò sempre stare a vagare come uno zingaro senza meta?”

“Sono la persona meno opportuna a rispondere a una domanda tanto sbagliata”.

“Insomma non mi servi proprio a niente oggi” – borbotta Anita.

Poi un singhiozzo. Niente parole. Anita sta piangendo. E Ginevra non sa che fare. Vorrebbe farla ridere, vorrebbe dirle che lui si innamorerà di lei, che lascerà la sua ragazza e magari, come nei film, lui la sorprenderà all’improvviso chiedendole di sposarla. Vorrebbe dirle che avranno almeno due o tre bambini e che la loro vita sarà felice. Ma non può farlo. Perché nella vita non c’è mai quell’attimo improvviso che fa cambiare la storia, non c’è il colpo di scena che tutto stravolge. Non c’è la musica che parte e che fa da sottofondo ad una nuova pagina di vita. Non c’è.

“Any non piangere, guarda che rischi che inizi anche io. Lo sai che ho la lacrima facile”.

“Cosa ho che non va, Gine? Tu che mi conosci da una vita, dimmelo”.

“Non hai niente che non va, sei una ragazza speciale”.

“ Sì ma non abbastanza. In tanti si chiedono perché non ho il fidanzato. Io così carina, io così gentile, disponibile, allegra, solare. Però io sono sola. Non sono abbastanza di tutto questo evidentemente. C’è sempre qualcuna meglio di me là fuori. Quella che sposano, quella che amano..”

“E te rimani a rosicare. Any ora basta. Vieni da me, usciamo, ci facciamo una pizza e non ci pensiamo più. Devi solo pensare a te stessa, cerca di amarti di più. Sai un giorno cosa mi disse un mio collega di lavoro? Che ha trovato la donna della sua vita solo dopo aver trovato se stesso, le sue certezze, la sicurezza, la maturità. Quella tranquillità interiore che ti consente di scegliere la persona giusta, quella con cui condividere i tuoi anni, i tuoi giorni, la vita”.

“Parliamo e sembra tutto semplice. Troppo. Meglio farci una pizza va! A che ora passo?”

“Quando vuoi, sono a casa”.

“Ok…Gine…”

“Dimmi”.

“Ti voglio bene”.

“Anche io bischera. Comunque se non ce lo diciamo tra noi non ce lo dice nessuno, accontentiamoci così. A dopo”.

“Ok, ciao”.

Ginevra chiude il cellulare, lo posa sul tavolo, vicino al vaso da fiori. Si mette seduta davanti al pc e pensa ad Anita. Pensa a quelle storie chiuse a chiave, come un portone che non riuscirai mai ad aprire. A volte vedi la porta socchiudersi e lasciarti aperto uno spiraglio di luce. Ma poi ti avvicini e la porta sbatte violenta, proprio di fronte al tuo volto. Non sai bene perché ma succede così. A volte è la paura, altre l’indifferenza, altre ancora è solo perché sei arrivata troppo tardi e qualcun altro ha preso quel posto che avresti voluto occupare tu. E non ci sono perché, almeno credo.

 

“La mia grande donna”ultima modifica: 2008-02-15T17:50:00+01:00da cri1950
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