“Chanel”

 Fantechi buongiorno! Buongiorno a te prego siediti. Chanel era davanti a quel signore dall’aspetto sornione. Aperto sulla scrivania il suo manoscritto.< Brava bimba bella, permetti che ti dia del tu, hai la stessa età del mio ragazzo. Sai Chanel io sognavo un figlio scrittore ma non si può avere tutto dalla vita. Lui la stoffa non la tiene. Tu invece ne tieni assai.> Chanel si rigirava le mani nervosamente, lo stomaco chiuso in una morsa. Voleva sapere, voleva arrivare a capire quale strada la sua vita avrebbe percorso. ” Crede che ci siano delle chance per me?”  <Tu mi conosci poco ma in questo settore ho fiuto. Se oggi tengo i soldi per pubblicare libri a giovani come te vuol dire che di cantonate non ne ho prese tante. Non credi?> ” Avevo due anni e già mi piaceva aggeggiare con i lapis con le penne , mi ricordo che nella mia cameretta avevo una parete tutta mia dove poter scrivere senza essere brontolata. Sono del segno della “bilancia” siamo artisti dentro sin dalla nascita”.< Ci comprendiamo allora io sono un “acquario”.  Oscar Wilde, Giuseppe Verdi, Luciano Pavarotti, Eugenio Montale, Enrico Fermi Le Corbusier tutti bilancini come te.Sei in buona compagnia non credi?>”Non scherzi Sig. Fantechi, loro sono la storia. ” < Torniamo a noi, sono molto soddisfatto, hai fatto un buon lavoro adesso si parla di denaro cosa ne dici?> Quando Chanel uscì dal grande portone della casa editrice era quasi l’imbrunire. Prese il cellulare e chiamò casa. < Mamy mi pubblica il libroooooooooooooooooo, mi stò ancora pizzicando le braccia ma è vero non è un sogno!> Avrebbe voluto urlare la sua felicità ad ogni passante che incrociava lungo la via che la riportava verso il parcheggio che dal mattino custodiva la sua “Mini”blu.

Continua………………………

 

Carpito dal blog……. “apiedinudinellamore”

E’ bello quando succede all’improvviso. Quando sei in auto, guidi mentre lui canta e tu lo guardi e sorridi. Sembra un bambino. E muove la testa in avanti e indietro al ritmo della musica mentre i capelli si gonfiano come la criniera di un leone.

“Gine, ma non ti fermare, i semafori alle due di notte son tutti verdi!”.

” E te sei tutto scemo”.

“Pensa a cantare e io guido, bischerello”.

Muove i capelli e nell’aria si diffonde il profumo di Leonardo. Fresco come il bucato appena steso. Pulito come le giornate d’estate. Attraente come l’uomo più affascinante della terra. Irresistibile.

“Vorrei essere il suo profumo per penetrargli a fondo nella pelle – pensa Ginevra. Ho voglia di avvolgerlo, di sentirlo profondamente mio”.

Quando si desidera qualcuno tanto prepotemente sembra che niente basti. Non bastano i baci, le carezze, gli abbracci, fare l’amore. Serve di più, si vuole molto di più. Ti sale quella sensazione dentro che ti fa venire voglia di penetrare ogni minima parte dell’altro. Come l’acqua tra i vestiti. Come i biscotti nel caffellatte o come la musica nell’anima. C’è quella voglia di andare a fondo, di conoscersi, di divenire un’unica persona. Difficile, impossibile forse ma è così. Si desidera troppo l’anima di chi si ama per non voler entrarci a contatto e  fonderla alla tua.

“Dove mi stai portando, piccola?” – chiede Leonardo distogliendo Ginevra dai suoi pensieri.

“A Siena. Andiamo a Piazza del Campo. Ci distendiamo per terra con una cioccolata calda tra le mani e ci gustiamo il cielo. Che ne dici?”.

“Fai di me quello che vuoi. Oggi decidi tu, cara…”.

Continua a guidare, passa il castello di Monteriggioni, con le sue torri e l’imponente cinta muraria che racchiude il borgo medievale e poi chilometri di asfalto della strada che collega Firenze a Siena.

Si cercano i due ragazzi. Con frasi lasciate a metà, con occhi che parlano da soli, con le mani che si sfiorano sul cambio dell’auto.

“A che pensi, Leo?” – chiede Ginevra accorgendosi che lui è improvvisamente ammutolito. “Hai perso la voce grillo canterino?”

“Sto bene. Pensavo che con te sto davvero bene”.

“Vale anche per me, lo sai”.

“Sì ma avevo voglia di dirtelo. Mi rilassi, mi metti addosso una vitalità incredibile, tiri fuori il meglio di me”.

“E il peggio…” ribatte Ginevra ironica.

“Eh no, io non ho difetti. Sono unico, ricordi?”.

“Sì, sì…ricordo. Come potrei dimenticare quanto sei pieno di te…”.

Ginevra gira al primo parcheggio vicino al centro di Siena. Escono veloci dall’auto e si dirigono verso Piazza del Campo. Non c’è quasi nessuno per le strade, escluso gli schiamazzi di qualche studente universitario che spezzano il silenzio della notte. La piazza più celebre di Siena è deserta. Bella nel suo rigore spaziale, nei suoi colori, nell’equilibrio architettonico. Niente cioccolata calda, tutti i locali hanno già le saracinesche abbassate.

Leonardo e Ginevra si siedono a terra, in mezzo alla piazza. E iniziano a parlare senza fermarsi mai. Le parole sembrano sussurri d’infinito che si disperdono nella notte. Riecheggiano delicate e dolci, sensuali e maliziose. E quel profumo di Leonardo non accenna a sparire ma pervade ogni atomo di mondo, ogni molecola di ossigeno. Ginevra si fa più vicina. Allunga il suo volto vicino al collo di Leonardo. Sente la sua pelle morbida, i capelli che le solleticano il naso mentre appoggia le sue guance all’orecchio di lui. E lo accarezza con le labbra. Lenta e sensuale. Lo tiene stretto a sè come un tesoro che hai paura che ti venga rubato in una notte oscura e misteriosa. Gli stampa un bacio rumoroso sulla guancia e gli salta in collo. Un attimo prima sexy e un secondo dopo un’irresistibile giocherellona.

“Cantiamo Leo! Le canzoni dei cartoni animati…sei pronto?”.

“Eh non mi batti femminuccia…”

“Impossibile, le conosco tutte…”

“Ehy Takaya…il supercampionissimo, la rabbia del motore esploderà, la strada, la folla ti grida pericolooo ma l’inferno aspetterà, Grand Prixxxxxxxxxx”.

“Inizi con uno facile…troppo! E io non ricordo solo la canzone ma anche la mitica auto da corsa di Takaya Todoroky, era la Fo Todoroky Special. E il manager della scuderia era il mitico Nick Ramuda”.

“Bravo…hai vinto…un baciooooooo!”.

 Io mi aspettavo qualcosa di più..”  – scherza Leonardo. “Ora tocca a te…vediamo…” E inizia a cantare “Corri ragazzo laggiù, vola tra lampi di blu, corri in aiuto di tutta la gente dell’umanitààààà. Corri e va per la Terra, vola e va tra le stelle, tu che puoi diventare Jeeggggggg…”

“Ehhh!!! E io ti rispondo conTrema il regno delle Tenebre del Male, dalla Fortezza della Scienza arriva, con i suoi pugni atomici Mazinga, robot. Mazinga, robot. Vola si tuffa dalle stelle giù in picchiata, se sei il nemico prega è già finita, la morte batte i denti c’ è Mazinga robot. Mazinga robottttt…”

“Non mi freghi sai….ti rispondo con l’Attacco Solare…Energiaaaa – ride Leonardo come un pazzo prima di attaccare con la sigla di …”Daitarn, Daitarn, Daitarn. Daitarn, Daitarn, Daitarn. Uno per tre e tre per uno perché insieme noi usciamo sempre dai guai, e difendiam la Terra dall’ombra della guerra, il nostro cuore batterà per la libertà, intrighi e i loschi piani dei mostri disumani, il nostro raggio spazzerà nell’immensità…”

“Siamo due poveri scemi” –  esclama Ginevra. “Se passa la polizia adesso ci spedisce dritti alla neuro!”.

“Oppure ci fanno il test antidroga”.

” E già che ci sono anche quello per i’doping” – ribatte lei.

Ginevra travolge completamente Leonardo scaraventandolo letteralmente a terra. Lo riempie di baci con lo schiocco come piacciono a lei. Lo strapazza come un pizzaiolo mentre stende la pasta per la quattro stagioni.

“Che fai? Sembri una massaia che lava le lenzuola in Arno”.

“Mi piace aggeggiarti. E poi mi hai detto che posso fare tutto quello che voglio stasera..”.

“Sì..tutto quello che vuoi…”.

“Corriamo alla macchina allora. Ho voglia di andare a casa, spogliarti, metterti il pigiama e addormentarmi abbracciata a te”.

“Nient’altro signorina?”.

“Oh, sì. Domattina appena ti svegli desidero un succo di arancia e un tulipano rosso. E già che ci siamo anche un bacio”.

“Sarai accontentata principessa”.

Leonardo la prende per mano e l’accompagna nelle strade della notte. Calme e senza tempo, con un velo di nebbia che amplifica le luci aranciate. Passi nei minuti che corrono, nel desiderio di sentirsi stretti stretti nell’emozione. C’è voglia di sentire la pelle dell’altro, nuda che si stringe alla sua. Senza fare l’amore. C’è un abbraccio che riscalda in una notte che carpisce il cuore…all’improvviso. 

 

 

 

“Chanel”ultima modifica: 2008-02-05T17:21:00+01:00da cri1950
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