“Ritorno a casa”

Si era seduta sul divano,al buio.La luce che rifletteva nel grande salone proveniva dal giardino. Aveva lasciato illuminato il vialetto che conduceva alla porta d’ingresso,quella porta che adesso stava fissando. In un angolo tre grosse valige, una racchetta da tennis,gli sci e la valigetta del computer.Sapeva da tempo che quella decisione era l’unica da prendere.Sapeva benissimo che ignorare i fatti o mettere la testa sotto la sabbia non le avrebbe certo risolto i problemi. Problemi che da tempo Luisa non aveva più voglia di non vedere. Da dieci anni viveva con Edo. Si erano conosciuti all’università ,lei era iscritta a farmacia , lui a medicina. Si erano subito piaciuti e ,dopo pochi mesi già convivevano. Grazie alle loro famiglie avevano potuto terminare gli studi ed aprire lui uno studio medico e Luisa  a lavorare nella farmacia paterna. Avevano la passione dei viaggi e in dieci anni ne avevano visto di mondo. Luisa però era felice a metà ,desiderava un figlio quel figlio che avrebbe coronato il suo sogno d’amore. Quel figlio che Edo ancora non voleva, come non si sentiva pronto per sancire l’unione nel matrimonio. < Luisa, amore, dimmi cosa ci manca? Niente……lo sai quanti giovani vorrebbero essere come noi, vivere la vita che conduciamo noi. Noi siamo perfetti così. Noi siamo fortunati ………….Non voglio un figlio ancora, come non serve un foglio per farti capire che ti amo.>Sempre le stesse parole, la stessa frase che da anni Luisa sentiva. Ma da alcuni mesi erano sopraggiunti ulteriori problemi.Edo era sempre più spesso assente per il suo lavoro,lo studio medico andava alla grande con dei colleghi aveva da poco inaugurato un centro privato.< Luisa non torno a cena, sono con dei colleghi ad una riunione importante, notte amore>……….< Luisa devo andare a Milano c’è un convegno dove non posso mancare.Lo sai quanto è importante l’aggiornamento per il mio lavoro>…………<Luisa cena pure, non aspettarmi ho ancora diversi pazienti da visitare. Ti amo.>Edo era da mesi,come un fantasma in quella grande casa che per anni li aveva visti innamorati come il primo giorno. Ai suoi non aveva detto niente, non voleva che si preoccupassero, poi da tempo sua madre non stava molto bene. Clara la sua amica del cuore abitava da tempo a Messina e al telefono le raccontò dei problemi che la stavano affliggendo. L’amica con un  carattere molto schietto fu cruda nel dirle di aprire gli occhi, di vigilare. Lo stesso giorno Luisa decise di recarsi in una nota agenzia investigativa della città. Cercò di mantenere la calma quando seduta davanti a quell’ ex carabiniere raccontò dei dubbi che da tempo minavano la sua vita con Edo.Tremavano le sue mani quando dalla borsetta tirò fuori le foto del suo compagno.Si vergognò di quanto stava facendo,ma doveva sapere doveva scoprire perchè l’Edo che oggi le viveva accanto era diventato un altro. L’investigatore la congedò dicendole che in pochi giorni le avrebbe dato le risposte che lei voleva.Quella sera tornando a casa cercò di non mostrare il turbamento che le invadeva il corpo la mente. Lo trovò disteso sul divano che leggeva il giornale.La serata fu la fotocopia oramai di tante. Cena, televisione e alle 11 a letto. L’unica differenza fu che non ricambiò l’invito di far sesso che Edo le rivolse……..Non riusciva più a subire amplessi che duravano lo spazio di uno “starnuto” per poi girarsi le spalle con un buonanotte amore………Non passò una settimana che sul cellulare vide stampigliato il numero dell’agenzia investigativa <  Buongiorno signora, la disturbo? Se può passare dallo studio io nel primo pomeriggio l’aspetto> Luisa chiese a suo padre se poteva aprire lui la farmacia. Confermò e con le mani gelate chiuse il telefonino.Non pranzò quel giorno,girovagò per il centro aspettando l’orario per recarsi all’agenzia.Salì la rampa di scale come se avesse ai piedi piombo al posto delle sue “Guccissime”.Aprì la porta accostata e chiese alla segretaria di essere annunciata.Pochi minuti troppo pochi passarono e fu introdotta nello studio dell’investigatore.<Prego si accomodi……signora sono anni che svolgo questo lavoro e mi creda è sempre difficile parlare, parlare quando abbiamo di fronte a noi persone che come lei sperano che uscendo da questa stanza la propria vita non cambi…….signora mi spiace, mi creda mi spiace veramente…….queste sono le foto.>Luisa non riusciva più a capire le ultime parole che appena le erano state dette…..prese le foto……..Non uscì una sillaba dalla sua bocca, ma le lacrime le stavano appannando gli occhi. Quelle due sagome che vedeva baciarsi in macchina no non potevano essere quella di Edo e di Luciano…….Luciano il collega ,uno dei colleghi che con suo marito aveva aperto il centro privato. L’investigatore la guardò uscire dallo studio con compassione con dispiacere, le disse solo mi dispiace, buona fortuna.Luisa tornando a casa cercò la lucidità che in un attimo aveva perduto.Salì in camera prese le valige e con calma iniziò a sistemare la biancheria, gli abiti del suo uomo pronta ad accoglierlo per l’ultima volta.  Quel compagno che ogni volta le ripeteva< Luisa ma cosa vuoi di più ….noi siamo fortunati……noi abbiamo tutto……gli altri invidiano la nostra vita……..ti amo>


“Ritorno a casa”ultima modifica: 2008-01-21T15:28:00+01:00da cri1950
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