“La sarta a domicilio”

< Domani arrivo, penso di essere da solo, ti aspetto…..cerca un modo per eludere la sorveglianza………….> Non era facile per Elisa poter vivere quella storia, troppi occhi puntati su di loro,troppi i pettegolezzi  che da tempo circolavano nell’ambiente. Ma al cuor non si comanda………La notte trascorse in cerca di una motivazione o una brillante idea per aggirare gli ostacoli per poter incontrare il suo “amore”. Ma certo, mi “trasformerò”……….in una sarta! Era l’unico modo per poter entrare senza sospetti nell’appartamento che lui occupava in un famoso Hotel della città.Compose il numero di Giorgio 337/2…..< Ciao….posso parlare?….Da oggi hai un nuovo sarto..> Una fragorosa risata le arrivò dall’auricolare;” certo ,ottimo ,ok bimba,non vedo l’ora di indossare il mio nuovo abito. Alle 10/30 camera 5002 V piano …..a presto mia signora ” Elisa posteggiò l’auto nel grande piazzale, la sua Clio blu’ metallizato era un puntino fra i macchinoni ben allineati nella vasta area. Le gambe le tremavano un pò, era la prima volta da quando si frequentavano che varcava quella “soglia”.Appena si ritrovò nella hall fu presa dal panico, si guardava intorno come se fosse un abitante delle caverne, la bocca secca, non aveva più salivazione. Poi quella enorme scatola di un famoso stilista, che doveva contenere un abito…….” Ma chi ci avrebbe creduto” Si avvicinò alla  reception con un filo di voce chiese di essere annunciata…..< sono la sarta del Sig……….ho un appuntamento> ” Il suo nome prego” Il terrore invase la donna, adesso se ci sono giornalisti in cerca di scoop è la fine pensò. La fortuna volle che al telefono mister X aveva chiesto di farla salire. < Prego salga pure V piano stanza 5002 > Come se Elisa non lo sapesse. Dio mio cinque piani pensò come faccio io che soffro di claustrofobia chiudermi in quel dannato ascensore. Si fece coraggio, riempì i polmoni con un gran respiro e si infilò in quell’enorme cabina di specchi. Si guardò, dalla testa ai piedi e non si vide niente male, l’abbronzatura donava su quell’abito bianco e gli occhi di un verde mare completavano positivamente l’impatto visivo.La luce all’interno di quella gabbia si accese sul numero 5. Ecco ci siamo l’impresa era giunta a termine pensò, non ebbe il tempo di pensarlo che nel lungo corridoio si trovò davanti tre impiegati dell’albergo. Si sentì il volto paonazzo non sapeva più se rientrare in ascensore o con non curanza av anzare verso la stanza 5002. Scelse una terza soluzione < scusate cerco la stanza del Sig……….> E’ arrivata è questa. Che fortuna pensò lei proprio una gran fortuna.con gli occhi curiosi dei tre impiegati suonò il campanello. Finalmente varcò quella soglia e in un attimo si ritrovò fra quelle braccia tanto amate. Poi guardandola lui le chiese < Tutto liscio come l’olio, ottima l’idea della sarta, voi donne avete un vulcano in testa……….> Aveva proprio ragione Che sceme queste “donne”.

 

“La sarta a domicilio”ultima modifica: 2008-01-17T23:22:00+01:00da cri1950
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