A Ischia come Thelma e Louise

 A Ischia come Thelma e Louise

 

Racconto di viaggio tratto da http://unasgarrupataisolafelice.wordpress.com

su gentile concessione dell’autore

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http://unasgarrupataisolafelice.wordpress.com

Ischia a inizio giugno è un posto fuori dal mondo. Almeno io l’ho vissuta così. Insieme alla mia amica Elisa abbiamo deciso di prenderci tre giorni di vacanza. Le previsioni meteo non incoraggiavano al viaggio eppure è bastato uno sguardo complice per decidere. Con un sacrosanto ecchissenefregadellapioggia” abbiamo prenotato il treno delle 8.04 (Trenitalia all’andata e Italo al ritorno con tariffe low cost) e siamo scese a Napoli. Bellissima, come sempre. Vivace, come non mai. Prima di prendere il traghetto per l’isola verde ci siamo concesse la vera pizza napoletana. Siamo andate dal celebre Michele, in Via Cesare Sersale, vicino Corso Umberto. Ci ha accompagnato un simpatico tassista che ha evitato di farci fare la coda. Non so come ma abbiamo saltato a piè pari una trentina di turisti assiepati davanti all’entrata, in attesa di poter entrare in pizzeria. Lo so, non è molto carino, ma quando ci ricapitava l’occasione di mangiare la miglior pizza al mondo? E vi giuro che è davvero così…più la mangi e più diventa buona. Incredibile anche il conto. Dodici euro in due per due margherita e 2 bottigliette d’acqua. Quando si dice qualità e prezzo. Da provare.

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Ma la pizza di Michele è stata solo la prima delle tante note positive del nostro viaggio. Dopo una tumultuosa traversata (il mare era decisamente mosso), siamo giunte sull’isola. Abbiamo noleggiato la solita vecchia carcassa di auto a 35 euro al giorno, munita di tettito apribile però! Poi siamo corse verso l’hotel. Check in, valigie, costume. E siamo volate verso uno dei luoghi in assoluto più selvaggi e affascinanti di Ischia, la Baia di Sorgeto, un gioiello arroccato nel Comune di Forio, nel retro dell’isola. Qui si accede scendendo circa 300 scalini ma vi assicuro che ne vale la pena. Terme naturali gratis, fanghi e un mare unico. Pensate che quando siamo arrivate non c’era nessuno, solo il mare grosso, potente, arrabbiato. Fluttuante. Vicino alla roccia si scorgeva l’acqua “fumare”. Bollente. Acqua termale che fuoriusciva e si mischiava a quella del mare. Una meraviglia. Ma il bello è arrivato dopo. Abbiamo notato un cane e un signore uscire da una grotta. Un uomo particolare ma gentile. La pelle avvizzita di sole, le mani intrise dai colori della roccia. Aveva con sè dei barattoli di fango. Ci siamo avvicinate. Ci ha spiegato che quei fanghi li aveva lavorati lui stesso mischiando il tufo all’acqua termale e a quella del mare. Li abbiamo comprati. Elisa non ha perso un secondo. Li ha provati. Il signore poi l’ha invitata ad entrare nella grotta naturale. Dentro c’era una pozza di acqua calda. Ha aspettato che il fango si seccasse e poi ci si è tuffata. Il mare, appena fuori, sembrava volesse arrivare fino alla grotta, schiumoso e nervoso. Dall’arrivo sull’isola, dal pomeriggio a Sorgeto abbiamo capito come sarebbe stato il nostro viaggio. Una ricerca dell’isola più vera, nascosta, segreta. Quella da camminare a piedi per scoprirne gli angoli nascosti al turismo di massa. Quella ruspante e colorata, con i muri delle case corrosi dal salmastro, con le baie celate da dorsi di montagna nuda dove ci si arriva o dal mare o da strette viuzze. Di gente ce n’era pochissima, impaurita dai temporali e dal freddo impazzito dei primi di giugno. Ci guardammo divertite. Partire era stata la scelta giusta.

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(foto tratta da Flickr dall’album di Gil72)

Quella sera chiudemmo in bellezza. Dopo una passeggiata nel centro di Forio, uno dei più caratteristici dell’isola, corremmo di nuovo al porto di Ischia. Imboccammo la lunga Via Roma, area pedonale del centro storico e imboccammo Via Buonocore. Qui c’è il mio ristorante preferito, Da Assuntina. Trovato per caso qualche anno fa leggendo una segnalazione sul sito “Buoniposti.it” e mai più abbandonato. Il mio piatto preferito sono gli spaghetti alle vongole. Guardate questa foto e capirete perchè.

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Come primo giorno ci addormentammo soddisfatte. La mattina seguente ci attesero le terme. Decidemmo di andare al famoso stabilimento Poseidon di Forio. Io, in realtà, ero stata molte volte al Negombo, che sorge su un’altra baia affascinate, quella di San Montano.

Il Poseidon si trova invece nell’ultimo lembo di terra della spiaggia di Citara, invaso da grandi piscine di acqua calda, fiori, verde, profumi. Un percorso quasi completamente all’aperto che potrei definire una sorta di “avventura” nel benessere. Esci da lì dopo una giornata e ti senti un’altra persona. Davanti hai il mare, dietro il Monte Epomeo. Ti immergi e lasci che il tuo corpo abbandoni lo stress, i cattivi pensieri, il ritmo ossessionante e scomodo delle città. Tutto è più lento, morbido, umano. Questa, cari miei, è la dolce vita.

Ultima tappa degna di nota del nostro viaggio è stata la lunga discesa verso la Baia di Cartaromana, nel nostro ultimo giorno a Ischia. Una delle spiagge più antiche dell’isola dalla quale si scorge la Torre di Michelangelo. Qui – si dice –  abbia soggiornato l’artista nel 1500, innamorato della poetessa Vittoria Colonna che viveva insieme al consorte Francesco Ferrante d’Avalos nel Castello Aragonese. Una storia romantica che mi fece subito venire alla mente che Ischia è una delle mete per tutti, per le famiglie, per gli amici e, per chi è fortunata – con l’uomo dei sogni o – più semplicemente – con un fidanzato.

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Io ed Elisa invece, non “munite” di fidanzati, ci accontentammo di innamorarci di quella Baia (anche qui c’è una fonte termale). Anche in questo caso, come per Sorgeto, la spiaggia si raggiunge o a piedi o via mare, con i taxi boat. Noi scegliemmo nuovamente di passare da strette stradine che ci regalarono la vista di meravigliosi panorami, colorati da rigogliose buganvillee, accompagnate dal verde degli ulivi, da mura fresche e corrimani in ferro che ci portarono fino a Cartaromana. Bastò chiudere gli occhi e godere del primo sole dopo giorni di pioggia. L’aria tersa, l’acqua salata. I gabbiani che facevano compagnia. Volavano verso il Castello, liberi.

Fare le valigie fu un vero peccato. Viaggiare ci rende migliori.

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A Ischia come Thelma e Louiseultima modifica: 2013-06-16T19:31:57+02:00da cri1950
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