“Non si tratta di razzismo ma di regole”

 Ho preso spunto da due commenti arrivati su un mio post riguardo al “razzismo” per scrivere un breve racconto. Vero inventato? Chissà………..

Gloria aveva scambiato il suo turno di lavoro con quello pomeridiano di Svevi ragazza extracomunitaria da qualche mese ospite presso una parente che da anni viveva in città. Bella ragazza dal fisico perfetto, nonostante fosse già madre di due bimbi in tenera età. Il suo aspetto e la conoscenza di due lingue le fecero ben presto trovare un lavoro presso un conosciuto negozio di abbigliamento a due passi dal centro cittadino. Il proprietario un cinquantenne di bell’aspetto sposato e socio con la consorte di quell’attività. Virginia quando il marito le disse che finalmente aveva trovato la ragazza giusta si mostrò contrariata. < Dimmi che bisogno c’era con tutte le ragazze italiane in cerca di una occupazione. Prendere una ragazza straniera e in più non consona al nostro tipo di negozio. Non crederai che io le permette di indossare quelle minigonne ascellari.>” Stai tranquilla le ho già detto che per ii target di clientela che abbiamo l’immagine è importante e quindi avrà la possibilità di indossare alcuni dei nostri abiti. Certamente questo ci farà anche guadagnare di più, visto che con quel fisico anche i capi più brutti acquisteranno immagine.” Con i tempi di magro che si affacciavano all’orizzonte l’idea del marito convinse a ben sperare Virginia che accettò suo malgrado l’assunzione di Svevi. Ma quel mattino con Gloria al posto di Virgin, la vita di alcuni personaggi della storia cambiò radicalmente. La giornata non era delle migliori fuori la pioggia non  pareva cessare e poco il passaggio lungo la via. Finalmente una ragazza entrò in negozio e Gloria sorridendo le chiese se poteva esserle d’aiuto.< Grazie, sto cercando Svevi.> Le rispose che non c’era e che l’avrebe trovata l’indomani. La ragazza si mostrò seccata dell’inconveniente e con lo sguardo perlustrò il negozio attentamente. Gloria gentilmente si rioffrì di aiutarla vedendo che era interessata alla merce esposta.< Non c’è mai da fidarsi delle amiche. Lo sapeva che oggi sarei passata. Stasera ho una cena che mi può cambiare la vita.Cercavo un abito di classe.Come dite voi in Italia? ” L’abito fa il monaco……> ” No signorina L’abito non fa il monaco.”< Tanto a me ora non importa più. Svevi non c’è quindi.> Gloria  aveva intuito che quella ragazza che le era difronte non aveva le possibilità materiali per comprare. < Signorina senta io sono molto “amica ” di Svevi.  Se vuole posso trovare io il modo per aiutarla. Quella frase gettata lì aprì una diga di parole. La ragazza vedendo in Gloria una santa inizio’ a raccontarle della sua vita e inconsapevolmente anche di quella di Svevi. Gloria come inebetita venne a conoscenza che da tempo la sua collega vendeva capi giacenti in magazzino a clienti compiacenti oltre ad affittare per serate e occasioni eleganti, capi delle nuove collezioni. L’indomani il risveglio della bella Sveva non fu certo roseo. Non aveva capito che oggi trovare un buon posto di lavoro è molto difficile. Non aveva capito la fortuna che le era capitata a discapito di tante sue coetanee che in questa Italia ci sono nate, che ci ci vivono e che  ancora sperano di avere i trattamenti che a loro vengono negati a discapito di tante Svevi!

 

 

“Non si tratta di razzismo ma di regole”ultima modifica: 2008-03-08T18:25:00+01:00da cri1950
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2 pensieri su ““Non si tratta di razzismo ma di regole”

  1. e allora? Perche’ tra gli italiani o italiane non ci sono persone che fanno lo stesso o peggio? Poteri io raccontarti tante storie di gente italianissima, anzi camaiorese, che lavorava con il mio ex e lo derubava allegramente, quindi non vedo il nesso.
    Il tuo ragionamento Cristina , e mi dispiace dirlo, e’ razzista.

  2. Ho letto questo breve racconto, che come le fiabe di una volta, ha una forte morale. Credo che le regole siano, come dice l’autrice, alla base di ogni convivenza e di ogni società civile. Peccato che in Italia le regole valgono solo per chi lavora, fa fatica ad arrivare a fine mese e pagano le tasse. Le regole devono valere per tutti invece, anche per i nuovi cittadini extracomunitari. Non sempre è così, purtroppo. E questo non si può chiamare razzismo, ma uguaglianza di diritti e di doveri, civiltà e rispetto.

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